CHI È MIO PADRE? «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. 20 Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. 21Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. (Gv 5,19-21) Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio. (Gv 10,17-18)" La trasmissione da padre a figlio funziona da sempre così: il padre fa vedere al figlio tutto ciò che fa e lo ama. Se il figlio accoglie questo amore, fa tutto quello che vede fare dal padre, allo stesso modo. Quando penso di essere autosufficiente, non sento più bisogno di essere aiutato e non mi rivolgo più al Padre. Gesù non fa nulla senza il Padre. Mi salvo se ogni giorno ho bisogno del Padre. Avere bisogno significa ammettere che non posso essere me stesso senza lasciarmi amare dal Padre. Che cosa fa il Padre? Risuscita i morti e dà la vita. Chi vive da figlio (di Dio) fa risorgere i morti, fa vivere, non giudica, ma dona vita, rimanendo nella sicurezza che nasce dal sentirsi amati… Chi è mio padre?… Da chi provengo? … Dove sto andando? A chi rivolgo il cuore, lo sguardo, da chi imparo? Di chi voglio essere figlio? Gesù mi insegna a guardare quali opere faccio…. queste mi faranno capire chi è mio padre… Ma Gesù mi insegna soprattutto (nella sua preghiera) a guardare le opere del Padre per imparare da Lui. Non basta essere battezzati per essere figli di Dio: occorre anche compiere le opere del Padre, cioè comportarsi da figli di Dio.
GRUPPO CARITAS DEL SANTO In questo periodo particolarmente difficile sotto l’aspetto economico per tante famiglie, la nostra Diocesi ha messo a disposizione delle parrocchie che ne avevano fatto richiesta, un contributo per il sostegno economico delle famiglie delle parrocchie. Alla parrocchia del Santo è stato dato un contributo di € 2100,00 con il quale ora possiamo aiutare le famiglie in difficoltà. È stato inoltre richiesto dalla Caritas diocesana ad ogni parrocchia, di raccogliere attraverso le offerte della comunità una somma almeno uguale a quanto ci è stato donato, da destinare allo stesso progetto. La parrocchia del Santo ha aperto un conto corrente specifico della Caritas parrocchiale, intestato a PARROCCHIA S. ANTONIO DA PADOVA - THIENE IBAN IT 51 X 08807 60790 000000852707 . Pertanto chi lo desidera può dare un libero contributo attraverso un bonifico oppure consegnando la propria offerta direttamente al parroco o servendosi della cassetta, posta in fondo alla chiesa. La Caritas parrocchiale ringrazia di cuore.
GRUPPO CARITAS DI ROZZAMPIA La Caritas di Rozzampia si è costituita nei giorni scorsi in un gruppo di volontari e volontarie disponibili ad offrire il loro aiuto a tutte quelle persone che ne fanno richiesta indipendentemente dal colore della pelle o della provenienza. Si desidera prima di tutto aiutare gli anziani che non ce la fanno ad arrivare a fine mese; pensiamo ai bambini che possono aver bisogno di strumenti per la scuola o di acquisto di vestiario; pensiamo ancora alle famiglie che fanno difficoltà a saldare le bollette di luce, acqua o gas. La Caritas diocesana ha inviato alla nostra parrocchia la somma di mille e cento euro che aspettando ad essere distribuiti a chi ne ha bisogno. Viene richiesto anche alla parrocchia di concorrere al progetto raddoppiando la somma data dalla caritas diocesana. Si tratta di mettere la propria offerta soprattutto nel periodo pasquale nella cassetta che si trova in fondo alla chiesa, oppure mettendo delle buste con generi alimentari nel contenitore vicino al fonte battesimale, oppure rivolgendosi direttamente ai sacerdoti in modo particolare se si tratta di offerte un po' consistenti. In questo periodo di difficoltà per tutti, la solidarietà deve dimostrarsi viva e concreta anche nella nostra comunità parrocchiale.
UN TEMPO PER CAMBIARE (lettera ai parrocchiani) Carissimi amici, in questo tempo di pandemia, con le attività tradizionali forzatamente in pausa, penso siamo chiamati a ripensare la nostra pastorale, a ritrovare la nostra identità di parrocchia, a cercare il volto di comunità, il nome nuovo con cui Dio ci chiama. Sarebbe sprecare questo tempo se vivessimo solo nell’attesa di riprendere a fare quello che facevamo prima. Queste cose ormai ce le siamo dette più volte. È ora di fare una proposta concreta. In quest’ottica si colloca la proposta che ho esposto ai consigli pastorali del Santo (13 gennaio u.s.) e di Rozzampia (14 gennaio u.s.). Non vuole essere tanto un cambio di metodo, quanto un cambio di mentalità. In sostanza si tratta di prendersi cura dei “piccoli” con la stessa cura con cui Gesù si prende cura di noi. Osare una strada nuova è sicuramente un rischio; le prime cose che vengono alla mente sono le vecchie sicurezze che perdiamo. Così come vivevamo prima del covid, eravamo soddisfatti della nostra vita di parrocchia? Quante volte mi sono arrivate queste frasi: “Non sappiamo dove stiamo andando” …. “Siamo sempre quei pochi che siamo disponibili per i servizi necessari alla comunità” … “La Messa non è sentita come centro della Comunità”… “I giovani adulti, i giovani e i ragazzi li stiamo perdendo”… C’è stata anche una bellissima immagine che è stata usata per descrivere la situazione: “Abbiamo il mulino, ma manca l’acqua”. Chiediamoci: Che cos’è l’acqua, che permette di dare vita a tutto e a tutti? … e perché abbiamo perso l’acqua? Una proposta concreta Ci sono degli adulti disponibili a diventare padri e madri nella fede per tanti “piccoli”? “Piccoli” sono i ragazzi che hanno bisogno di conoscere la paternità e maternità di Dio attraverso la nostra tenerezza e il saper prenderci cura di loro nel nome di Gesù. “Adulti” sono quelli che, non per età, ma per esperienza, possono dire che Dio si è preso cura di loro e con la sua misericordia li ha fatti rinascere alla vita di figli, che si sentono da Lui amati. “Paternità e maternità nella fede” significa legami nuovi. Gesù ci insegna che sono più forti di quelli del sangue. È perciò non solo dedicare qualche ora alla settimana come volontariato, ma vivere una relazione di famiglia che non conosce interruzione, è un prendersi a cuore nel nome di Gesù. Gesù è il fondamento, è l’acqua che fa girare il mulino. Ci sono dei giovani disponibili a mettersi in gioco per realizzare famiglia con i piccoli e gli adulti, nel nome di Gesù? Anche i giovani hanno bisogno di sperimentare la tenerezza di Dio; gli adulti, allora, avranno una cura specialissima di loro con l’ascolto delle loro domande, la valorizzazione della loro creatività e del loro entusiasmo, scoprendo insieme a loro come Dio sta scrivendo il Vangelo nella loro vita. Così alcuni di noi, della nostra comunità, potranno costituire come una famiglia nella fede, a cui saranno affidati un gruppetto di ragazzi: ecco che la famiglia si accresce di nuovi germogli. Quale percorso faranno? Cammineranno insieme prendendo davvero come compagno di viaggio Gesù, cercando in Lui, nella sua Parola, la Luce che illumina la vita di tutti i giorni e che apre nuove vie di fraternità per fare della comunità una sola grande famiglia unita, senza l’ansia di dover raggiungere obiettivi prefissati, ma con l’unico obiettivo di incontrare Gesù attraverso le relazioni e le esperienze. In questo cammino si raggiungerà insieme anche il momento di maturazione per ricevere il dono dei sacramenti.
RIPRENDE LA RACCOLTA VIVERI. Necessitano in particolare: olio, latte, riso, tonno, prodotti per l'igiene personale. GRAZIE! |