GIUBILEO_2025 CPP_Catechesi
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Ottobre.
Giornata Missionaria Mondiale “Missionari di speranza tra le genti”
Cari
fratelli e sorelle!
Per la
Giornata Missionaria Mondiale dell’anno giubilare 2025, il cui messaggio
centrale è la speranza ho scelto questo motto: “Missionari di speranza tra le
genti”. Esso richiama ai singoli cristiani e alla Chiesa, comunità dei
battezzati, la vocazione fondamentale di essere, sulle orme di Cristo,
messaggeri e costruttori della speranza. Auguro a tutti un tempo di grazia con
il Dio fedele che ci ha rigenerato in Cristo risorto «per una speranza viva» e
desidero ricordare alcuni aspetti rilevanti dell’identità missionaria
cristiana, affinché possiamo lasciarci guidare dallo Spirito di Dio e ardere di
santo zelo per una nuova stagione evangelizzatrice della Chiesa, inviata a
rianimare la speranza in un mondo su cui gravano ombre oscure
Tramite i
suoi discepoli, inviati a tutti i popoli e accompagnati misticamente da Lui, il
Signore Gesù continua il suo ministero di speranza per l’umanità. Egli si china
ancora oggi su ogni persona povera, afflitta, disperata e oppressa dal male,
per versare «sulle sue ferite l’olio della consolazione e il vino della
speranza»
Animate da
una speranza così grande, le comunità cristiane possono essere segni di nuova
umanità in un mondo che, nelle aree più “sviluppate”, mostra sintomi gravi di
crisi dell’umano: diffuso senso di smarrimento, solitudine e abbandono degli
anziani, difficoltà di trovare la disponibilità al soccorso di chi ci vive accanto.
Sta venendo meno, nelle nazioni più avanzate tecnologicamente, la prossimità:
siamo tutti interconnessi, ma non siamo in relazione. L’efficientismo e
l’attaccamento alle cose e alle ambizioni ci inducono ad essere centrati su noi
stessi e incapaci di altruismo. Rinnoviamo perciò la missione della speranza a
partire dalla preghiera, soprattutto quella fatta con la Parola di Dio e
particolarmente con i Salmi, che sono una grande sinfonia di preghiera il cui
compositore è lo Spirito Santo I Salmi
ci educano a sperare nelle avversità, a discernere i segni di speranza e ad
avere il costante desiderio “missionario” che Dio sia lodato da tutti i popoli.
Papa Francesco
Giubileo Comunitario a Monselice Con le due comunità di Rozzampia e del Santo vivremo il Giubileo domenica 5 ottobre a Monselice, una delle mete giubilari della Diocesi di Padova. Come si riceve la «grazia del Giubileo», l’indulgenza? Concretamente, al fine di ottenere l’indulgenza sono richieste alcune disposizioni spirituali, assieme ad un’opera specifica (un pellegrinaggio, una visita, oppure un’opera di vita spirituale o di carità). LE DISPOSIZIONI SPIRITUALI 1. la confessione sacramentale 2. la partecipazione alla Celebrazione eucaristica 3. la preghiera secondo le intenzioni del Papa (il Padre nostro e l’Ave Maria secondo le intenzioni del Pontefice). Le tre condizioni si possono adempiere prima o dopo l’opera compiuta (non vi è una precisa indicazione temporale), anche se sarebbe conveniente nello stesso giorno in cui si compie l’opera stessa. Giubileo Popolo: Siamo un popolo di pellegrini, come Israele, in viaggio verso la terra promessa, come la prima comunità cristiana che partendo dall’insediamento degli apostoli si ritrova a pensarsi come un noi, dove la chiamata di ciascuno è vissuta dentro un’appartenenza comune e reciproca. Essere in cammino come popolo significa bandire dal nostro comportamento ogni tipo di delega e impegnarsi in una costante pratica educativa, che aiuti tutti a crescere verso la meta della vita piena. L’essere popolo non esclude nessuno: “popolo” è un collettivo, è cioè parola inclusiva, che si esprime al singolare, ma esprime il concetto di essere tanti in un intero, in un unico corpo. “Ora è giunto il tempo di un nuovo Giubileo, nel quale spalancare ancora la Porta Santa per offrire l’esperienza viva dell’amore di Dio” (Spes non confundit, 6). Nella bolla di indizione del Giubileo Ordinario del 2025, il Santo Padre, nel momento storico attuale in cui “immemore dei drammi del passato, l’umanità è sottoposta a una nuova e difficile prova che vede tante popolazioni oppresse dalla brutalità della violenza” (Spes non confundit, 8), chiama tutti i cristiani a farsi pellegrini di speranza. Questa è una virtù da riscoprire nei segni dei tempi, i quali, racchiudendo “l’anelito del cuore umano, bisognoso della presenza salvifica di Dio, chiedono di essere trasformati in segni di speranza” (Spes non confundit, 7), che dovrà essere attinta soprattutto nella grazia di Dio e nella pienezza della Sua misericordia. … la misericordia di Dio “diventa indulgenza del Padre che, attraverso la Sposa di Cristo, raggiunge il peccatore perdonato e lo libera da ogni residuo della conseguenza del peccato” (Misericordiae vultus, 22). Analogamente oggi il Santo Padre dichiara che il dono dell’Indulgenza “permette di scoprire quanto sia illimitata la misericordia di Dio. Tutti i fedeli veramente pentiti, escludendo qualsiasi affetto al peccato (cfr. Enchiridion Indulgentiarum, IV ed., norm. 20, § 1) e mossi da spirito di carità e che, nel corso dell’Anno Santo, purificati attraverso il sacramento della penitenza e ristorati dalla Santa Comunione, pregheranno secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, dal tesoro della Chiesa potranno conseguire pienissima Indulgenza, remissione e perdono dei loro peccati, da potersi applicare alle anime del Purgatorio in forma di suffragio: I.- Nei sacri pellegrinaggi verso qualsiasi luogo sacro giubilare II.- Nelle pie visite ai luoghi sacri giubilari III.-Nelle opere di misericordia e di penitenza… Allo stesso modo i fedeli potranno conseguire l’Indulgenza giubilare se si recheranno a rendere visita per un congruo tempo ai fratelli che si trovino in necessità o difficoltà (infermi, carcerati, anziani in solitudine, diversamente abili... ), quasi compiendo un pellegrinaggio verso Cristo presente in loro (cfr. Mt 25, 34-36) e ottemperando alle consuete condizioni spirituali, sacramentali e di preghiera. Giubileo 2025 «la speranza non delude» Di segni di speranza hanno bisogno anche coloro che in sé stessi la rappresentano: i giovani. Essi, purtroppo, vedono spesso crollare i loro sogni. Non possiamo deluderli: sul loro entusiasmo si fonda l’avvenire. È bello vederli sprigionare energie, ad esempio quando si rimboccano le maniche e si impegnano volontariamente nelle situazioni di calamità e di disagio sociale. Ma è triste vedere giovani privi di speranza; d’altronde, quando il futuro è incerto e impermeabile ai sogni, quando lo studio non offre sbocchi e la mancanza di un lavoro o di un’occupazione sufficientemente stabile rischiano di azzerare i desideri, è inevitabile che il presente sia vissuto nella malinconia e nella noia. Vicinanza ai giovani, gioia e speranza della Chiesa e del mondo! Giubileo Indetto dal Papa Francesco SPES NON CONFUNDIT Bolla di indizione del Giubileo Ordinario dell'Anno 2025 di Papa FRANCESCO «Spes non confundit», «la speranza non delude» (Rm 5,5). Nel segno della speranza l’apostolo Paolo infonde coraggio alla comunità cristiana di Roma. La speranza è anche il messaggio centrale del prossimo Giubileo Segni di Speranza Il primo segno di speranza si traduca in pace per il mondo, che ancora una volta si trova immerso nella tragedia della guerra. Immemore dei drammi del passato, l’umanità è sottoposta a una nuova e difficile prova che vede tante popolazioni oppresse dalla brutalità della violenza. Guardare al futuro con speranza equivale anche ad avere una visione della vita carica di entusiasmo da trasmettere. Purtroppo, dobbiamo constatare con tristezza che in tante situazioni tale prospettiva viene a mancare. La prima conseguenza è la perdita del desiderio di trasmettere la vita. Nell’Anno giubilare saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio. Penso ai detenuti che, privi della libertà, sperimentano ogni giorno, oltre alla durezza della reclusione, il vuoto affettivo, le restrizioni imposte e, in non pochi casi, la mancanza di rispetto. Segni di speranza andranno offerti agli ammalati, che si trovano a casa o in ospedale. Le loro sofferenze possano trovare sollievo nella vicinanza di persone che li visitano e nell’affetto che ricevono Di segni di speranza hanno bisogno anche coloro che in sé stessi la rappresentano: i giovani. Essi, purtroppo, vedono spesso crollare i loro sogni. Non possiamo deluderli: sul loro entusiasmo si fonda l’avvenire. Non potranno mancare segni di speranza nei riguardi dei migranti, che abbandonano la loro terra alla ricerca di una vita migliore per sé stessi e per le loro famiglie. Segni di speranza meritano gli anziani, che spesso sperimentano solitudine e senso di abbandono. Valorizzare il tesoro che sono, la loro esperienza di vita, la sapienza di cui sono portatori e il contributo che sono in grado di offrire, è un impegno per la comunità cristiana e per la società civile, chiamate a lavorare insieme per l’alleanza tra le generazioni. Speranza invoco in modo accorato per i miliardi di poveri, che spesso mancano del necessario per vivere. Di fronte al susseguirsi di sempre nuove ondate di impoverimento, c’è il rischio di abituarsi e rassegnarsi. |
Invito tutta la comunità a vivere l’adorazione eucaristica silenziosa dell’ULTIMA domenica del mese (al Santo dalle 16.30 alle 18.00) |
… le hai rivelate ai picco Marco Amato Bettiol è un ragazzo di Dueville, nato al cielo il 15 ottobre 2010 all’età di 18 anni. È il figlio primogenito di Patrizia e Francesco e tutta la sua vita è stata segnata da una grave disabilità che gli ha impedito qualsiasi autonomia. Da solo non è stato in grado di camminare, di mangiare e non ha mai potuto parlare, ma all’età di 8 anni, grazie a una tecnica di comunicazione che si avvale del computer, Marco è riuscito a esprimersi ed è così che tutte le parole di un’esistenza sono rimaste custodite per arrivare fino a noi. Chiamato a confrontarsi quotidianamente con il dolore, Marco Amato ha sviluppato una straordinaria sensibilità, un’intelligenza viva e brillante, che lo porterà a frequentare con successo il liceo classico, ma soprattutto un cuore grande, dal quale si intravede uno specialissimo rapporto con Dio Padre, con il figlio Gesù e con lo Spirito Santo. Un dialogo ininterrotto con la Santissima Trinità che lo ha reso una miniera spirituale, uno scrigno prezioso, luce da cui tutti possono attingere per rischiarare il proprio cammino, perché è questo il suo grande desiderio: “dar luce ai cuori in ombra perché non conoscono il meraviglioso segreto di Dio Amore”. Compagni di viaggio Carissima mamma, raffinato fiore del mio giardino, luce e gioia del mio sguardo. È il primo anno che posso parlarti dopo otto di silenzio e ti dico che il mio cuore è gonfio d'amore per te. ![]() Poesia scritta in occasione della Festa della mamma 2001 |
