Sinodo2023
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Diario di Bordo 25 giugno 2023 Mentre guido verso il Seminario, sono tallonato da un ciclista che probabilmente vuole sfruttare
la scia della mia macchina per guadagnare velocità e fare meno fatica. Lo guardo spesso dallo
specchietto retrovisore (un po' preoccupato per l'eccessiva vicinanza) e mi domando: "Chi glielo fa fare
di mettersi in strada alle 14:30 di una Domenica di inizio estate?". Il pensiero nello stesso momento va
a me e agli altri 360 componenti dell'assemblea sinodale: "Chi ce lo fa fare di metterci in strada alle
14:30 di questa calda Domenica, per partecipare alla terza sessione sinodale (3b per la precisione),
quando potremmo essere al mare o in montagna o semplicemente a casa con il condizionatore
acceso?". Deve avere una bella motivazione il ciclista in questione ma anche ce l'abbiamo noi: la voglia
di cambiare le cose, di costruire o ricostruire le nostre comunità, di sognare la Chiesa di domani.
Comincia la sessione con la preghiera a cura della comunità di Voltabarozzo e la riflessione del Vescovo
Claudio, che collega la nostra riflessione sui ministeri battesimali al percorso del Sinodo universale e
l'Instrumentum laboris da poco pubblicato. Inizia poi un tempo disteso (finalmente!) di confronto e
discernimento nel piccolo gruppo: siamo invitati a riflettere sui punti di forza e le opportunità da un
lato e sui punti deboli dall'altro della proposta relativa ai ministeri battesimali e a chiederci se questa
sia davvero la leva di cambiamento per il cammino della nostra Diocesi. L'esperienza del piccolo gruppo
è sicuramente per me il tratto più entusiasmante del Sinodo, anche se non riesco mai a percepire il
polso dell'intera assemblea, il clima di fondo, e questo è un vero peccato! Siamo tanti, è vero, ma credo
che nel nostro riunirci ci sia un potenziale immenso, fatto della fede, delle esperienze di vita di ciascuno
che meriterebbe di emergere di più attraverso degli interventi in plenaria e non solo nel ristretto
gruppo di 12 fratelli e sorelle con cui sto lavorando in questi mesi.
Dopo la pausa siamo infine tornati nell'aula sinodale, la Chiesa del Seminario, e ci è stato spiegato il
meccanismo della votazione. È la prima votazione ufficiale che compiamo come assemblea e siamo
chiamati - con un po' di trepidazione - ad esprimerci in merito alla proposta sui ministeri, se proseguire
con il percorso di approfondimento o rimettere tutto in discussione dopo la pausa estiva. Dopo un
piccolo tempo di silenzio e di preghiera, abbiamo proceduto con le votazioni. Lo spoglio delle schede
sarà a cura del cancelliere, Sara Ruffato, e nel giro di qualche giorno ci sarà notificato il risultato.
Mentre guido verso casa, torno col pensiero al ciclista che mi seguiva per stare dentro la mia scia. Tra
i tanti dubbi che mi sono rimasti dopo la votazione, mi domando se sto vivendo questa esperienza
come un cammino spirituale di ascolto dello Spirito Santo, se insomma sto cercando anch'io di seguire
la scia dello Spirito Santo o se sto rischiando di farmi prendere dagli umori del momento, dalla
superficialità o dalla stanchezza del momento.
È bello però e mi conforta sapere che stiamo pedalando insieme, sulla scia dello Spirito Santo. ( Zaramella) Diario di Bordo del Sinodo di Sabato 10 giugno Fate quello che dirà”. La sensazione di affidarsi allo Spirito si è resa palpabile ed è diventata evidente nel brano che ha accompagnato la riflessione del vescovo, là dove san Paolo, rivolgendosi ai Corinzi ricorda: «Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore…» «La nostra è una chiesa tutta carismatica» ha sottolineato il vescovo Claudio, commentando il testo e introducendo i lavori. «Questi doni indicano che il Signore è sempre attento alla sua Chiesa, cammina con noi. Carismi che il Signore ci invita a mettere in armonia, a trasformare in ministeri. Così il Signore edifica la comunità». Ma ci sono alcuni tratti imprescindibili di una comunità: la carità fraterna, la partecipazione all’eucaristia, la tensione permanente verso ciò che è meglio, la tensione missionaria. La parola è passata poi alla presidenza che dopo aver evidenziato alcune “tensioni” che attraversano i lavori ha dato spazio a un’intervista a don Livio Tonello per offrire un primo approfondimento sui ministeri battesimali: significato, differenze, caratteristiche. Un affondo che ha fatto emergere alcuni elementi sostanziali: i ministeri rispondono a una visione di Chiesa e non viceversa; sono costitutivi della natura della Chiesa, non sono opzionali, ma vanno attivati e chiedono due cambi di mentalità: passare dalla logica dell’emergenza (mancano i preti) a quella del riconoscimento dei carismi dei battezzati; passare dalla logica di supplenza (sostituzione) a una di collaborazione responsabile e diffusa. DIARIO DI BORDO del 21 maggio 2023 di Viviana Ranzato Domenica 21 maggio l’Assemblea del Sinodo si è mossa mettendo al centro del lavoro l’idea che tutti i battezzati diventino in qualche modo ministri, così com’era nelle prime comunità. Questo può rivelarsi una potente leva di cambiamento per ogni comunità della Chiesa di Padova. Il Vescovo Claudio ha ribadito che sta proprio nella storia della Chiesa di Padova il cammino verso un nuovo protagonismo dei battezzati, sollecitato anche dalla situazione contingente, con una grossa potenzialità di apertura verso nuove prospettive. Per cambiare bisogna individuare le proprie radici all’interno di una storia, conoscere e riconoscere il proprio volto e le proprie potenzialità. Dati demografici mostrano che nel 2022 il clero della Diocesi di Padova contava 586 presbiteri, mentre le proiezioni ci dicono che nel 2040 il loro numero calerà a 151. Come ci si regolerà, quindi? Quali saranno le priorità? Quanti preti per ciascun abitante? I numeri, invece, dei laici che si impegnano nelle parrocchie diocesane, sono stabili, se non in aumento: si parla di migliaia di persone che dedicano tempo, carismi, disponibilità a servire la propria comunità. Queste persone sono già rappresentative di una futura ministerialità, che non si sostituirà alla comunità, ma ne darà il senso, il sostegno; la incoraggerà. Si tratta, per il Vescovo Claudio, di farsi sostenere da due colonne: la relazione fraterna come contesto privilegiato per vivere la fede e il giorno della domenica, come festa del Signore per celebrare insieme l'Eucaristia. È importante coltivare la dimensione fraterna, umana e cristiana della parrocchia perché solo così ci si può sentire inseriti in una dimensione sempre più ampia di condivisione e solidarietà. È, questa, una Chiesa vissuta, esperienziale, non clericale e dogmatica, ma missionaria, aperta, dove tutti, e in particolare chi soffre o vive nell’ingiustizia, possa trovare conforto e accoglienza, la grazia dello Spirito, incarnata in un sorriso fraterno. In virtù del Battesimo ricevuto, ogni membro del Popolo di Dio diventa discepolo missionario, capace, attraverso la propria fede, di offrire ospitalità, dare consolazione, patire con chi soffre, offrire speranza a chi non ne ha più, vivere la propria umanità, socialità e religiosità riferendole a Cristo. LA PREGHIERA DEL SINODO 2023 GLORIA A TE, SIGNORE GESÙ Gloria a te, Signore Gesù che riveli agli umili e ai poveri le tue grandi opere compiute nel silenzio, lontano dal tumulto dei potenti e dei superbi. Gloria a te, Signore Gesù. Gloria a te, Signore Gesù che accogli i vuoti della nostra esistenza e li trasformi in pienezza di vita. Gloria a te, Signore Gesù. Gloria a te, Signore Gesù che susciti stupore nel cuore di chi, come Maria a Cana di Galilea, si affida alla tua Parola e crede oltre ogni speranza. Gloria a te, Signore Gesù. Gloria a te, Signore Gesù che ami teneramente tutti gli uomini e riversi nei loro cuori i doni del tuo Santo Spirito. Gloria a te, Signore Gesù. Gloria a te, Signore Gesù che ci chiami a camminare come Chiesa, nella ricerca della tua volontà per ritrovare insieme la gioia del Vangelo. Gloria a te, Signore Gesù |
Invito tutta la comunità a vivere l’adorazione eucaristica silenziosa dell’ULTIMA domenica del mese (al Santo dalle 16.30 alle 18.00) Come Comunità assicuriamo la nostra preghiera per il Sinodo con l’adorazione dell’ultima domenica del mese. |

“Qualsiasi cosa vi dica, fatela” Il Vangelo del Sinodo IL RACCONTO DI CANA Vangelo di Giovanni (2,1-11) Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. “Qualsiasi cosa vi dica, fatela!” significa ricordarmi di avere uno Sposo ed entrare nella concretezza della vita insieme con Lui. La Mamma Celeste è come se mi dicesse: hai uno sposo? Portalo con te sempre, nelle cose che vanno bene e nelle cose che vanno male. Ciò che conta è avere Lui, vivere insieme a lui. Non importa se le cose non vanno come voglio io. Ciò che importa è viverle CON Lui, aprendo il cuore al suo disegno d’Amore. Don Massimo SINODO I 5 gruppi sinodali, accompagnati dai rispettivi moderatori, hanno cominciato a riunirsi per il primo incontro. Faranno ciascuno tre incontri entro fine dicembre. Vorrei invitare la comunità a pregare per questo percorso che si articola in tre momenti: riconoscere, interpretare, scegliere. Un momento di preghiera particolare per questa intenzione verrà fatto ogni ultima domenica del mese dalle 16.30 alle 18.00 nella cappella dell’Asilo al Santo, attraverso l’adorazione silenziosa. | ||
glossario del sinodo ASSEMBLEA SINODALE assemblea, rappresentativa dell’intero popolo di Dio (laici, religiosi/e, diaconi, presbiteri…), di circa 400 persone scelte per dare compimento al processo di discernimento DISCERNIMENTO un metodo e un’arte spirituale che ci permette di interrogare la realtà alla luce del Signore e del Vangelo. Riconosciamo la presenza del Signore e la Sua azione nel mondo, interpretandola nell’ottica di un cambiamento necessario. Il significato dell’esperienza ha al centro il discernimento comunitario, che ruota attorno alla domanda “Cosa vuole il Signore dalla Chiesa di Padova?”. SINODO DIOCESANO percorso di discernimento che aiuterà la Diocesi di Padova a ripensarsi come Chiesa missionaria |
Settembre 2022 I cantieri di Betania Prospettive per il secondo anno del Cammino sinodale | ||
Uno sguardo al primo anno Nel maggio 2021, rispondendo all’invito di papa Francesco, le Chiese in Italia si sono messe in cammino, avviando un percorso sinodale. Hanno intrapreso un itinerario aperto, in obbedienza allo Spirito che sorprende sempre; come “Chiese in uscita” hanno invitato tutti a partecipare attraverso una consultazione ampia e capillare; hanno proposto un cammino spirituale, di ascolto reciproco, una sinodalità vissuta sulla quale far leva per quella riforma che il Signore domanda continuamente alla sua Chiesa. Prestare orecchio a “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” (cf. Ap 2-3) è stato il principio che ha guidato e orientato il Cammino sinodale sin dall’inizio. Nel settembre 2021, infatti, a seguito delle prime riflessioni del Gruppo di coordinamento, il Consiglio Episcopale Permanente così ha prospettato il primo anno della fase narrativa del Cammino, inserendolo nel tracciato del Sinodo universale (Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione): Il biennio iniziale (2021-2023) sarà completamente dedicato alla consultazione di tutti coloro che vorranno partecipare: alle celebrazioni, alla preghiera, ai dialoghi, ai confronti, agli scambi di esperienze e ai dibattiti. Più che attendersi ricette efficaci o miracoli dal documento sinodale finale, che pure si auspica concreto e coraggioso, siamo certi che sarà questo stesso percorso di ascolto del Signore e dei fratelli a farci sperimentare la bellezza dell’incontro e del cammino, la bellezza della Chiesa (...). Nel primo anno (2021-22) vivremo un confronto a tutto campo sulla Chiesa, percorrendo le tracce proposte dal Sinodo dei Vescovi; nel secondo anno (2022-23), come già chiese il Papa a Firenze, ci concentreremo sulle priorità pastorali che saranno emerse dalla consultazione generale come quelle più urgenti per le Chiese in Italia. Prima ancora dei documenti, sarà questa stessa esperienza di “cammino” a farci crescere nella “sinodalità”, a farci vivere cioè una forma più bella e autentica di Chiesa. L’anno pastorale 2021-2022 ha visto l’apertura del Cammino sinodale in tutte le diocesi italiane (17 ottobre 2021). Non sono mancate incertezze e perplessità a rallentare il percorso; nel cuore dell’inverno si è riacutizzata la pandemia con il suo carico di lutti, sofferenze e disagi; alla fine di febbraio è scoppiata la guerra in Europa, riaccendendo ferite, paure e risentimenti. In mezzo a queste crisi, che reclamano un contributo al dialogo, alla pace e alla fraternità, il popolo di Dio si è messo in cammino. Si sono formati circa 50.000 gruppi sinodali, con i loro facilitatori, per una partecipazione complessiva di mezzo milione di persone. Più di 400 referenti diocesani hanno coordinato il lavoro, insieme alle loro équipe, sostenendo iniziative, producendo sussidi e raccogliendo narrazioni. Si è creata una rete di corresponsabili che è un primo frutto, inatteso, del Cammino e una risorsa preziosa per la sua prosecuzione. Mentre esprimiamo gratitudine al Signore per la generosità di quanti si sono resi disponibili, ci impegniamo a sostenerli anche nel secondo anno. Ciascuna diocesi ha trasmesso alla Segreteria Generale della CEI una sintesi di una decina di pagine. I referenti diocesani si sono incontrati alcune volte online e due volte in presenza a Roma: dal 18 al 19 marzo e dal 13 al 15 maggio. Quest’ultimo appuntamento residenziale, con la partecipazione dei Vescovi rappresentanti delle Conferenze Episcopali Regionali, hapermesso di stendere una prima sintesi nazionale, detta “Testo di servizio”, articolata intorno a “dieci nuclei”; successivamente, durante la 76ª Assemblea Generale della CEI (23-27 maggio), alla quale hanno preso parte, nelle giornate del 24 e 25 maggio, 32 referenti diocesani, cioè due per ogni Regione ecclesiastica, si è ulteriormente riflettuto, in modo sinodale, arrivando a definire alcune priorità sulle quali concentrare il secondo anno di ascolto. Quali le consegne di questo primo anno? Dalle sintesi diocesane, che andranno valorizzate nelle rispettive Chiese locali, ne emergono alcune: crescere nello stile sinodale e nella cura delle relazioni; approfondire e integrare il metodo della conversazione spirituale; continuare l’ascolto anche rispetto ai “mondi” meno coinvolti nel primo anno;promuovere la corresponsabilità di tutti i battezzati; snellire le strutture per un annuncio più efficace del Vangelo. Un incontro lungo il cammino Mentre confluivano le sintesi diocesane nel maggio 2022, l’incontro di Gesù con Marta e Maria, nella casa di Betania (Lc 10,38-42) si è profilato come icona per il secondo anno. Parole come: cammino, ascolto, accoglienza, ospitalità, servizio, casa, relazioni, accompagnamento, prossimità, condivisione… sono risuonate continuamente nei gruppi sinodali e hanno disegnato il sogno di una Chiesa come “casa di Betania” aperta a tutti. Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Ma il Signore le rispose: Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta” (Lc 10,38-42). “Mentre erano in cammino”: la scena è dinamica, c’è un cammino insieme a Gesù (un “sinodo”). Luca aveva indicato poco prima la composizione del gruppo che accompagnava il Maestro: “In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni” (Lc 8,1-3). Questo gruppo che cammina con il Maestro è il primo nucleo della Chiesa: i Dodici e alcune donne che seguono il Signore lungo la via, peccatori e peccatrici che hanno il coraggio e l’umiltà di andargli dietro. I discepoli e le discepole del Signore non percorrono itinerari alternativi, ma le stesse strade del mondo, per portare l’annuncio del Regno. I discepoli sono “coloro che guardano con fede a Gesù, autore della salvezza e principio di unità e di pace” (LG 9): non un gruppo esclusivo, ma uomini e donne come gli altri, con uno sguardo però illuminato dalla fede nel Salvatore, che condividono “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono” (GS 1). Il primo anno della fase narrativa del Cammino sinodale ha rappresentato per molti questa esperienza discepolare di “strada” percorsa con Gesù. Si sono create preziose sinergie tra le diverse vocazioni e componenti del popolo di Dio (laici, consacrati, vescovi, presbiteri, diaconi, ecc.), tra condizioni di vita e generazioni, tra varie competenze. È unanime la richiesta di proseguire con lo stesso stile, trovando i modi per coinvolgere le persone rimaste ai margini del Cammino e mettersi in ascolto delle loro narrazioni. È diventato sempre più chiaro che lo scopo non è tanto quello di produrre un nuovo documento – pure utile e necessario alla fine del percorso – ma quello di avviare una nuova esperienza di Chiesa. Unanime è stato l’apprezzamento per il metodo della conversazione spirituale (nella prospettiva di Evangelii gaudium 51) a partire da piccoli gruppi disseminati sul territorio, così come per i frutti che questo ha consentito di raccogliere: una bella eredità da cui ripartire nel secondo anno. L’ascolto della Parola di Dio e delle esperienze di vita, a cui segue quello delle risonanze interiori dei compagni di viaggio, crea quel clima di discernimento comunitario che evita logiche di contrapposizione o dibattiti superficiali, permette di ricercare una vera sintonia, lasciando risuonare la voce dello Spirito. Questo metodo spirituale è capace di intercettare non solo il sensus fidei che ogni battezzato vive in proporzione alla profondità della sua adesione al Signore (cf. LG 12), ma anche il “frutto dello Spirito” in tutte le persone di buona volontà (cf. Gal 5,22). Il discernimento sulle sintesi del primo anno di Cammino ha permesso di focalizzare l’ascolto del secondo anno lungo alcuni assi o cantieri sinodali, da adattare liberamente a ciascuna realtà, scegliendo quanti e quali proporre nel proprio territorio. Il carattere laboratoriale ed esperienziale dei cantieri potrà integrare il metodo della “conversazione spirituale” e aprire il Cammino sinodaleanche a coloro che non sono stati coinvolti nel primo anno. Quella del cantiere è un’immagine che indica la necessità di un lavoro che duri nel tempo, che non si limiti all’organizzazione di eventi, ma punti alla realizzazione di percorsi di ascolto ed esperienze di sinodalità vissuta, la cui rilettura sia punto di partenza per la successiva fase sapienziale. I cantieri sinodali di seguito indicati rilanciano le priorità individuate per il secondo anno del Cammino. È utile ribadire che questo resta un tempo di ascolto e non di letture sistematiche e di risposte pastorali, a cui saranno invece dedicate le successive fasi, sapienziale e profetica. È certo un ascolto “orientato”, per poter raccogliere narrazioni utili a proseguire il cammino; un ascolto che si fa riflessione, in una circolarità feconda tra esperienza e pensiero che comincia ad acquisire gli strumenti con cui costruire le novità chieste dallo Spirito. Alla base rimane il lavoro svolto durante il primo anno e la domanda fondamentale del Sinodo universale: “Una Chiesa sinodale, annunciando il Vangelo, cammina insieme: come questo ‘camminare insieme’ si realizza oggi nella vostra Chiesa particolare? Quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere nel nostro ‘camminare insieme’?”. |
5 GIUGNO - APERTURA SINODO
La Comunità si unisce
simbolicamente alla celebrazione in cattedrale di apertura del Sinodo, attraverso
la celebrazione eucaristica delle 8.45 a Rozzampia e delle 10.00 al Santo, che
sarà concelebrata da don Massimo e don Renzo e sarà caratterizzate da tre
segni:
·
processione di ingresso con il libro dei Vangeli
·
raccolta offerta per i poveri
·
comunione agli ammalati, con l’invio dei ministri straordinari
della comunione Anno 2022 Per una Chiesa sinodale : Comunione, partecipazione e missione
«La Chiesa di Dio è convocata in Sinodo. Proprio il cammino della
sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio».
Questo itinerario, che si inserisce nel solco dell’«aggiornamento» della Chiesa
proposto dal Concilio Vaticano II, è un dono e un compito: camminando insieme,
e insieme riflettendo sul percorso compiuto, la Chiesa potrà imparare da ciò
che andrà sperimentando quali processi possono aiutarla a vivere la comunione,
a realizzare la partecipazione, ad aprirsi alla missione. Il nostro “camminare
insieme”, infatti, è ciò che più attua e manifesta la natura della Chiesa come
Popolo di Dio pellegrino e missionario»
Il
5 giugno prossimo, solennità di Pentecoste, ci sarà a Padova, in cattedrale, la
celebrazione eucaristica con l’apertura del Sinodo diocesano. In
quell’occasione si insedia l’Assemblea sinodale, facendo la professione di
fede. Il vescovo presenta all’Assemblea (e alla Diocesi tutta) lo strumento di
lavoro contenente i temi del Sinodo. I temi, le sottolineature, sono 14,
scelti dalla Commissione preparatoria che sta analizzando il materiale
proveniente dagli spazi di dialogo costituitisi nelle parrocchie della Diocesi
e in alcuni altri “luoghi di vita”;
Gli ambiti sono tre: Il primo: “Dimensioni trasversali” comprende Evangelizzazione e cultura: un arricchimento reciproco; La
Chiesa e gli ambiti di vita: un legame costruttivo; Il bisogno di spiritualità:
una ricerca vitale; La Liturgia:il desiderio di incontrare il Signore e i
fratelli.
Il secondo ambito, “Soggetti” si concentra sui protagonisti della vita della Chiesa e comprende: Le Famiglie: l’attuale complessità ci interpella; I Giovani e le nuove generazioni: profezia per la chiesa di Padova; L’identità e i compiti dei fedeli laici: la consapevolezza della dignità battesimale; L’identità e i compiti dei presbiteri: un ripensamento necessario. Il terzo ambito ”Cantieri” dove trovano spazio alcune priorità e l’Organizzazione della chiesa stessa: Il volto delle parrocchie: stare nella transizione e nel processo; Le parrocchie e lo stile evangelico: una casa fraterna e ospitale; Le priorità pastorali: l’Annuncio al centro; La Comunicazione della fede: l’azione corale di tutta la comunità; L’organizzazione parrocchiale e territoriale: le parrocchie e gli altri livelli di collaborazione; Le strutture e la sostenibilità economica: la gestione ordinaria e straordinaria tra opportunità e criticità. Gruppi di discernimento nasceranno in tutte le parrocchie con gruppi di 7-12 persone, guidati da un moderatore con una traccia guida preparata a livello diocesano. 2021-2022
CONSULTAZIONE DAL BASSO | ||